
Immersa nel popolare racconto evangelico del Buon Samaritano, anche Taverna raggiunge l’obiettivo che la commissione per la formazione aveva consegnato ai gruppi dei cooperatori ad inizio anno: Come artigiani dell’Opera nel regno di Dio… riscoprirci corresponsabili della Sua azione … per diventare noi stessi pagine di Vangelo.
Ambiziosi propositi, ispirati dallo Spirito Santo esposti però a rischio quando impattano con la realtà; abbiamo visto progressivamente i gruppi dimezzarsi, la partecipazione ridursi, eppure come artigiani sapienti e pazienti abbiamo continuato a crederci al punto che, in occasione di quest’ultimo incontro, il nostro gruppo, tranne pochi assenti, si è trovato inaspettatamente ad accogliere vecchi cooperatori, persone che nel tempo avevano abbandonato il cammino.
Le dinamiche di questo quarto incontro, suggerivano a ciascun cooperatore di immedesimarsi nei protagonisti del vangelo di Lc 10,25-37: scegliendo Il Buon Samaritano o Il Malcapitato.
Questo tipo di approccio semplificato ha fatto sì, che in mancanza della “suora guida” Carla, la riflessione e la condivisione delle esperienze risultassero facilitate.
Infatti i cooperatori hanno nell’immediato centrato l’obiettivo, restituendo con franchezza, alla luce del Vangelo-vademecum, la propria parabola.
Come referente, non ho fatto a tempo ad introdurre l’argomento, che una pioggia di interventi si è riversata copiosa e spontanea.
Non so per quale fortuita coincidenza, molte delle testimonianze facevano riferimento al soccorso stradale… autostrade, strade affollate, vie secondarie e solitarie dove all’improvviso il malcapitato te lo trovi davanti e per Lui, come buon samaritano, puoi scegliere di fermarti!
Parliamo di uomini e donne che a volte non conosci, bisognose di aiuto, mortificate, derubate, senza autodifesa in attesa di soccorso o ancora meno: semplicemente di compagnia…
com’è capitato ad una cooperatrice che recandosi in chiesa, a un certo punto viene invitata da un’anziana fermarsi, a guardarla, anon passare oltre come il levita e il sacerdote ignorando la sua presenza, le prospettava la possibilità di celebrare ugualmente il rito della comunione rimanendole accanto, in ascolto. Un aneddoto che ha fatto riflettere al tempo lei oggi il gruppo.
Pochi, a quanto pare i malcapitati. Il Mal-capitato decide di scendere per un tempo da Gerusalemme, terra pura e santa, a sud … verso Gerico e qui conosce il male; una sola testimonianza a riguardo ripota l’esperienza del cadere nelle mani dei briganti, gente cinica, senza scrupoli, forse povera… l’esperienza dell’essere percosso, violato, abbandonato, come può non far paura, mettere in confusione, ma il recupero non è escluso anzi è previsto… arriva quando meno te lo aspetti e da chi forse non conosci, nostro prossimo è chiunque passando per la via della salvezza si trova, a differenza d’altri, libero di amare..
Ogni incontro è occasione di crescita, l’incontro ci avvicina al Dio Comunione che opera meraviglie e rinnova le sue creature permettendo loro di attraversare: la vita, la morte e di nuovo la vita…
come Buoni Samaritani continuiamo a camminare rivolgendo a chi ci sta accanto e a chi è lontano quello sguardo di cura che appartiene alle tenere madri, che mettono in conto che ci si può imbattere nel male e non abbandonano il Malcapitato.
Rendiamoci disponibili alla maternità, una chiamata universale che ha il potere divino di generare .